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Cavriago, Fiera del Bue Grasso 2023

217ª FIERA DEL BUE GRASSO

DOMENICA 26 MARZO 2023

L’ultima Domenica di Marzo vede il ritorno della grande Fiera del Bue Grasso, la prima della Val d’Enza.

Potrete ammirare le più belle Vacche Rosse Reggiane della provincia con cui si produce il Parmigiano Reggiano, assaporare i migliori ciccioli al Palio dei Norcini, assaporare il gnocco fritto, l’erbazzone ed il baccalà, acquistare i più buoni prodotti tipici emiliani alla mostra enogastronomica di piazza Zanti.

Non mancherà ovviamente il Luna Park che sarà diviso in due parti: in Piazza Govi troverete le giostre per i più grandi ed in piazza Zanti quelle per i più piccini.

Infine, lungo la via principale del paese, si svolgerà il mercato straordinario e quello dell’artigianato artistico con tantissime produzioni artigianali delle nostre zone.


LE VACCHE ROSSE REGGIANE

La razza si caratterizza morfologicamente per il mantello rosso fromentino (dal colore della cariosside di frumento) variante fra il carico ed il chiaro, più o meno attenuato alle parti interne ed inferiori degli arti, al contorno degli occhi, attorno al musello rosa. 

I soggetti di questa razza sono di buona taglia, tronco lungo, solido impianto scheletrico, testa sempre molto distinta e piuttosto lunga. L’altezza al garrese va negli adulti dai 145-155 cm dei tori, con un peso medio di 9-10 q.li, ai 140-145 cm delle vacche, con un peso medio di 6,5-7,0 q.li.

Le invasioni barbariche, intorno all’anno 568, portarono al seguito delle nuove genti, gli armenti dal caratteristico mantello rosso depredati nelle grandi pianure della Russia meridionale e della Pannonia. 

Ancora oggi è caratteristico il mantello dal colore fromentino - come la cariosside del frumento -, nei bovini dell’Ucraina e nella Russia centrale.

Vacche rustiche, all’epoca a triplice attitudine e discrete produttrici di latte: ben presto queste bovine divennero punto di riferimento per i monaci che nel XII secolo iniziavano a produrre il progenitore dell’attuale Parmigiano Reggiano. Il loro allevamento si diffuse nel Nord e nel Centro Italia, tanto che la tradizione artistica rinascimentale inserisce costantemente il bue rosso negli affreschi della Natività. La razza fu (e per qualità lo è ancora oggi) protagonista nel contesto agricolo e zootecnico reggiano e parmense tanto da essere la più allevata fino alla metà del XX secolo, quando raggiunse l’apice nel 1954 con una consistenza di ben 139.695 capi. 

Ma la politica zootecnica italiana del dopoguerra, per perseguire più agevoli obiettivi di selezione, iniziò incroci di sostituzione di queste bovine con razze cosmopolite. Nel 1980 i capi fromentini restavano meno di mille. La qualità del latte e nuove strategie di valorizzazione, sostenute anche dal Ministero per le Politiche Agricole e Forestali e dalla Regione Emilia Romagna, ne determinano da allora un costante recupero demografico, tanto che la consistenza attuale è di 4.445 capi presenti in 108 allevamenti.

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